MARIO DRAGHI “SCIVOLA” SU ERDOGAN…!?

DARIO ROMAGNOLI

Dobbiamo essere onesti e guardarci negli occhi: super Mario é incappato non in una “gaffe” (che è involontaria o non percepita), semplicemente ha fatto un errore di valutazione macroscopico. Tuttavia é strano che una persona di lunga esperienza abituata a dosare le parole col bilancino, come si usa nel mondo finanziario in cui una increspatura del ciglio può decidere le fortune di una nazione, sia incorso in uno strafalcione simile. L’errore c’è stato e purtroppo come si dice, parole dal sen fuggite… Sul fatto scatenante, non mi pare che centrino ne la cavalleria ne il protocollo considerato il rango dei partecipanti ed il contesto.  Andrebbero invece approfondite  le motivazioni che hanno indotto Draghi ad una dichiarazione così malaccorta, unica nel panorama europeo e l’atteggiamento della stampa e dei commentatori politici in tale circostanza. Draghi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, sede della Presidenza del consiglio dei ministri, quindi non informalmente, ha dichiarato che Erdogan é un dittatore. Capiva ciò che stava dicendo? Si rendeva conto dei riflessi politici ed economici che stava muovendo? Credo proprio di si (altrimenti sarebbe un minus habens), una dichiarazione profferita a freddo e con l’intento di colpire dove si crede di intravedere opportunisticamente una possibilità di consenso. Credo che sia stata una classica “Captatio benevolentiae” pro von der Leyen. Conte faceva il baciamano alla Merkel, Draghi si “arruffiana” la Leyen dando addosso a colui che si é macchiato della “Grande offesa”. I giornalai e commentatori naturalmente non sanno più dove attingere vasellina per addolcire la situazione e dare un colpo a Confindustria (i dané) e l’altro all’Illuminato. Il feroce dittatore é divenuto un autocrate, poi l’uomo forte e fra un po’ assisteremo a qualcuno che dirà che Draghi é stato frainteso “Voleva dire detrattore”. Io spero che questo investimento a futura memoria porti i suoi frutti, rifletto solo sul fatto che se a fare un errore del genere fossero stati Conte o il ministro degli esteri Di Maio, avremmo assistito alle grida dei tarantolati invocare il plotone d’esecuzione. A Berlusconi per aver detto “over the counter” che la Merkel era inchiavabile gliene hanno dette di “tutte”!
Anche in questa circostanza, visto che non si può dire “Cherchez la femme”, allora bisogna chiedersi “Cui prodest?”
Dario Romagnoli

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