De mortuis nihil misi bonum. Di chi è morto non si può parlare che bene.
Non sono mai stato affascinato dal “giornalismo da paranza” di Andrea Purgatori. È da molto tempo che il giornalismo italiano (e non solo italiano!), ha smarrito i riferimenti etico-deontologici che dovrebbero invece caratterizzare questa importante e delicata professione. Se glielo lasciano fare è perché questa nostra Società è marcia e contaminata fino al midollo. Per Andrea Purgatori è ora in corso una tentata “beatificazione” pur essendo egli stato la causa diretta di tutto quel lugubre scenario di mirata disinformazione sul caso Ustica del 27 giugno 1980. Quello scenario l’ho vissuto in prima persona sia come pilota da caccia su F104, sia come pilota della Compagnia Aerea Itavia, in volo in rotta opposta, nello stesso giorno dell’incidente. Quindi, non parlo per sentito dire…!
Pongo anche alla vostra attenzione il sottostante link che riporta, in merito, un articolo del Prof. Gregory Alegi giornalista, storico e docente all’università Luiss.
Ora, potete procedere indisturbati, con la “causa di beatificazione” del “giornalista da paranza” Andrea Purgatori. Detto questo, m’inchino con deferente rispetto, difronte alla morte.
Aldo Rossi