DIROTTAMENTO E SEQUESTRO NAVE ACHILLE LAURO – 7/12 OTTOBRE 1985. BETTINO CRAXI E IL CARATTERE SACRO DELLA SOVRANITÀ ITALIANA.

Era 7 ottobre 1985 quando la nave Achille Lauro, in navigazione nel mediterraneo orientale, in prossimità dell’Egitto, fu sequestrata da un gruppo di sei “terroristi” palestinesi guidati da Abu Abbas. Fu l’inizio di una lunga trattativa che vide coinvolti l’Italia (Paese armatore della nave), l’Egitto, la Siria, Israele e gli Stati Uniti. Fu un lavoro diplomatico assai delicato e complesso la cui evoluzione richiese nervi saldi e il completo controllo della situazione. Durante la trattativa i “terroristi” si dimostrarono assai risoluti nei loro intenti e minacciarono di uccidere un passeggero ogni 3 minuti se non fosse stata accolta la loro richiesta di liberazione di circa 50 detenuti politici OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) detenuti nelle carceri di Israele.
Leon Klinghoffer, un passeggero ebreo, in sedia a rotelle, con passaporto americano, fu il primo passeggero a essere ucciso e buttato in mare. Da precisare che Il dirottamento della nave, doveva essere soggetto alla legge italiana anche per via degli accordi internazionali che riguardano la “Legge di Bandiera”. A bordo delle unità navali e aeree e nelle ambasciate che operano nel mondo, deve essere applicata la legge del Paese al quale appartiene la bandiera che espongono. Questo è il concetto comunemente accettato di “Extraterritorialità”.
Non mi dilungherò oltre nella narrazione di particolari, ancorché importanti, ma mi limiterò a presentare la parte più significativa in merito a quanto riportato in titolo.
Dopo il rilascio della nave da parte dei “terroristi”, il governo egiziano, decise di inviare gli stessi aTunisi con un volo speciale egiziano, operato con un Boeing B737. A Tunisi vi era allora la sede dell’OLP con a capo Yasser Arafat.

YASSER ARAFAT

Durante il volo di trasferimento a Tunisi, l’aero fu però intercettato da caccia americani provenienti da portaerei. Tunisi, poi, su esplicita richiesta americana, rifiutò di concedere l’atterraggio al B737 che, sempre su richiesta americana, fu costretto ad atterrare all’aeroporto militare di Sigonella (Catania).
Per seguire una situazione così complessa e delicata furono effettuate numerose telefonate e in particolare Italia-Stati Uniti-Egitto. Il Presidente della Repubblica era allora Francesco Cossiga, il Governo era guidato da Bettino Craxi e il Presidente degli Stati Uniti era Ronald Reagan.

RONALD REAGAN

Furono celermente attivati tutti i canali diplomatici. Nel frattempo il B737 egiziano, atterrato alla base aerea di Sigonella – suddivisa in parte italiana e in parte americana – fu preso in consegna e istruito dalla torre di controllo (italiana) a posizionarsi sulla parte italiana. Gli americani reclamavano con insistenza la consegna dei “terroristi” palestinesi ma gli Italiani, su ordine del presidente del Consiglio Bettino Craxi, non consentirono a nessuno di avvicinarsi all’aereo che nel frattempo, era stato circondato da personale armato: Carabinieri e VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) con mitra spianato. A loro volta, i militari italiani, erano circondati da militari statunitensi della “Delta Force”.

BETTINO CRAXI

In quell’occasione, Ronald Reagan parlò anche direttamente con Bettino Craxi ma non ottenne la consegna dei “terroristi”. Craxi seppe dire di no all’arroganza americana e fu l’ultima volta che l’Italia, davanti al mondo intero, seppe imporre e fare rispettare la sacralità del suo agire sovrano. Bettino Craxi fu poi lascito morire in esilio in Tunisia. È il destino di chi sa vedere oltre.
Aldo Rossi

CRISI DI SIGONELLA

QUOTIDIANO “AVANTI” 12 OTTOBRE 1985

FILMATOMIXER” DI GIOVANNI MINOLI

MILITARI ITALIANI E USA FRONTE A FRONTE

Share Button