ERDOGAN VS URSULA VON DER LEYEN VS CHARLES MICHEL.
La Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen è stata costretta a rimanere in disparte per un errore del cerimoniale?
Cerchiamo di fare il punto. Tutto era stato concordato, in precedenza, con gli addetti al cerimoniale, perché si grida allo scandalo?
Charles Michel è il Presidente del Consiglio Europeo e, quindi, figura gerarchicamente superiore a quella di Presidente della Commissione Europea. Dov’è lo scandalo…? Perché Ursula Von Der Leyen non ha lasciato immediatamente il Summit? Chi avrebbe potuto impedirglielo?
In realtà quel summit ha rappresentato l’apoteosi dell’ipocrisia che, da sempre, caratterizza l’operato della UE nei confronti dei problemi del vecchio continente. La UE, infatti, continua a elargire miliardi di euro a Erdogan affinché tenga, ben chiuse, sul suolo turco, le gabbie dei profughi-migranti verso l’Europa. Il sultano fa comodo a tutti ma poi si ricordano che egli “regna” su un Paese musulmano che ha le sue regole e se non ti piacciono, te ne vai.
Alla signora Von Del Leyen vorrei inoltre dire che la cultura degli altri Paesi, va comunque rispettata e, che lei si presenti a un summit così importante con un completo rosso-nero non penso risponda ai canoni di austerità che l’evento richiede. La prossima volta, si faccia accompagnare da nonna Angela. Vestitevi come Heidi, con i sandali e i calzini corti e con il cappellino verde bavarese in testa, poi, dandovi la mano avanzate al ritmo di una marcetta tirolese.
Vorrei ricordare anche che Jean Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea prima della signora Von Der Leyen, si presentò ubriaco ciucco al vertice mondiale della Nato tenuto a Brussels nel luglio 2018. E’ questa la gente che rappresenta l’Europa nel mondo?!
Una nota ancora per il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Il suo giudizio su Erdogan è stato fuori luogo e avrebbe potuto evitarlo per risparmiare l’ennesima figura barbina all’Italia. Parlare da politico è molto diverso che parlare da banchiere.
Aldo Rossi
