AGGRESSIONE NEI BOSCHI IN TRENTINO: IL PROBLEMA NON È L’ORSO, IL VERO PROBLEMA È L’UOMO.

La Provincia Autonoma di Trento ha una popolazione di circa 530mila abitanti e si estende su una superficie di 6200 km quadrati. Vivere in Trentino e passeggiare nei suoi boschi è assolutamente molto, molto, molto più sicuro che vivere in qualsiasi altra città d’Italia. 
Gli omicidi, le rapine, gli accoltellamenti e gli stupri interessano, giornalmente, le cronache locali e nazionali. Si tratta di crimini che, tra l’altro, rimangono quasi sempre impuniti.
Avete mai portato i vostri figli a fare una “gita” alla stazione ferroviaria di Milano Centrale o a quella di Roma Termini…di giorno o di notte? Provateci.
Passeggiando per le nostre città appare evidente che il problema non sono gli orsi ma gli umani. Ti possono colpire con un machete in mezzo alla strada, ti fanno a pezzi e ti rinchiudono in una valigia. Provate a scorrere la lista  dei femminicidi che avvengono con sempre più inquietante frequenza. Ce la vogliamo veramente prendere con un povero orso che ha la sola colpa di avere seguito il suo ancestrale istinto di sopravvivenza? 
Rispetto e m’inchino innanzi al grande dolore della Famiglia di Andrea Papi lo sfortunato runner che è stato aggredito e ucciso da un orso. 
I boschi del Trentino, però, sono sempre stati e saranno luoghi molto, molto più sicuri di un parco giochi posto all’interno di una qualsiasi città. Qui “l’orso cattivo” ha le sembianze ben definite di un pedofilo, di un omicida, di uno stupratore, di un pusher, di un ladro. 
Veramente ce la vogliamo prendere con un povero orso? Cerchiamo di essere seri almeno per una volta!
Al Presidente della Provincia Autonoma di Trento, mi permetto di suggerire: calma e sangue freddo. Contrasti e respinga le notevolissime pressioni che sicuramente subirà per invocare l’abbattimento dell’orso “aggressivo”. Definire pericoloso camminare nei boschi del Trentino è una bestemmia nei confronti della Natura. Adamo ed Eva non furono cacciati dal Paradiso ma nel Paradiso. Vivere e ammirare questa Natura meravigliosa è un privilegio, non rendersi conto della sua immane bellezza è un crimine.
Aldo Rossi
(Foto dal Web)

Vi invito a leggere anche il sottostante bellissimo articolo di Chiara Baù, laureata in Scienze Naturali a Milano.

Chiara Baù

IL DIRITTO E LA FORTUNA DI SAPERE
Mi chiamo Chiara Baù, laureata in scienze naturali a Milano  con una tesi proprio sugli orsi bruni, all’interno del progetto Life Ursus, lavorandoci nei primi anni di attuazione quando gli orsi reintrodotti erano 4.Ogni giorno con una guardia forestale dovevo rilevare  con un amperometro il segnale proveniente dal collare dei 4 orsi che erano stati reintrodotti e studiarne poi i vari spostamenti proprio per avere sempre un’idea di dove si trovasse l’orso.
Proprio durante un rilevamento alle cinque di mattina  il segnale risultava fortissimo, finche’ davanti a me è uscita lei, Daniza , uno degli orsi che seguivo quotidianamente. Saranno stati 4 o 5 metri di distanza. Ero in val di Non.Lei è sbucata dal bosco in una radura meravigliosa davanti a me.Mi ha guardata, roteando il suo muso e poi se ne è andata tranquillamente senza degnarmi di alcuna attenzione. L’incontro con quest’orsa è stato per me di grandissimo valore, tant’è che la mia vita non ha fatto altro che ruotare intorno a questo meraviglioso animale. 
E’ così iniziata la mia avventura a contatto con l’orso che come tutti gli esseri viventi richiede una conoscenza approfondita. Vivere tanto tempo a contatto con la natura è una scuola di vita che auguro a tutti. I sensi sono amplificati, il tuo orecchio riesce a distinguere il tambureggiare del picchio, il cinguettio delle cince, il verso della poiana e tante altre percezioni. Conoscere la natura non ti può salvare da tutto, ma puo’ senz’altro rendere ognuno di noi delle persone migliori per il solo motivo che sapere di più ci completa, qualsiasi sia l’argomento. 
Dal Trentino mi sono poi spostata in Alaska dove ho passato intere ore ad osservare orsi grizzly a pochi metri da me. Le ho provate tutte. In kayak ad osservare maschi grizzly che pescavano salmoni, a piedi in mezzo alle sconfinate foreste dell’alaska davanti a una mamma con tre cuccioli, a cavallo tra le montagne della British Columbia con un orso nero di fianco. Il tutto documentato con video, foto e articoli. Piu’osservavo questo animale piu’ volevo capirne il comportamento e tutte le diverse sfumature dell’animale piu’ venerato dagli Indiani d’America. Mai e poi mai mi sono sentita in pericolo, neanche quando completamente da sola per ore osservavo due grizzly mordicchiare delle cozze in riva al mare. Ho sempre avuto paura ma la conoscenza e il rispetto delle regole della natura mi dava sicurezza e fiducia nel trascorrere così tanto tempo con gli orsi. Più conosci la natura più vuoi far parte di quel mondo perché è un motore di forza incredibile che ti riporta in una dimensione vera e autentica, lontano da social, lontano dalle polemiche, lontano dalla cattiveria e dalla malvagità umana. 
Quando faccio il bagno al mare e arriva una mareggiata da sud che spesso porta le meduse, mi fermo ad osservarle nel loro vagare.  I loro tentacoli urticanti sembrano danzare in completa sintonia col movimento delle onde. Nel frattempo un cormorano , nella sua posizione araldica rimane impettito sulla cima di uno scoglio con le ali aperte. Perché mai? Perché privo della ghiandola dell’uropigio, presente invece nei gabbiani, non ha la possibilità di stendere sulle sue ali quell’olio impermeabile derivante proprio da tale ghiandola e così deve stare le ore sugli scogli ad asciugarsi. Il fatto di non poter avere le ali impermeabili lo rende però molto più pesante e quindi più facilitato nell’immergersi in acqua per poter pescare i pesci. Tutto questo lo devo alla natura che mi ha sempre spinto nella direzione giusta, cioè andare a fondo in modo macchiavellico riguardo ogni cosa.
Aver studiato gli orsi mi stimola ogni giorno a capire il comportamento di ogni forma vivente e di ogni singola cosa che mi succede intorno, ma non in modo superficiale, perché la natura richiede una conoscenza molto accurata.  Avere una conoscenza superficiale significa non rispettarla e questo non è giusto , perché tanta bellezza richiede un’altrettanta conoscenza. Ogni volta che cade un fiocco di neve è meraviglioso sapere che esistono migliaia di forme di cristalli, l’una diversa dall’altra perché sono le condizioni chimico fisiche che ne determinano una continua trasformazione. Si perché dietro ad ogni fiocco di neve c’è un mondo da scoprire, così come dietro ad ogni fenomeno naturale.
Conoscere gli orsi vuol dire sentirsi stimolati a conoscere gli aspetti più profondi di ogni cosa, perché solo un’accurata conoscenza di ciò che ci circonda puo’ renderci persone libere e in grado di capire cosa stia accadendo intorno a noi. Ma tutto questo deriva dalla fortuna e il diritto che ognuno di noi ha nel conoscere tutto ciò che ci circonda. Allora prima di fare i virologi  gli orsologi e chissà quale altra occasione ci sarà per dichiarasi improvvisi esperti di tutto, bisogna capire che la cosa più bella è darsi la possibilità di conoscere, che diventa poi un diritto verso noi stessi. L’aver studiato gli orsi , cosa che continua tuttora insegnando anche ai bimbi delle elementari il mondo di questo animale, mi ha portato a questo , alla consapevolezza e alla possibilità più bella che ci possa essere data, la conoscenza.

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