GRANDE GUERRA – LA TRAGEDIA DEI PROFUGHI TRENTINI NEL 1915.

1915 – LA STAZIONE FERROVIARIA DI TRENTO

Il Soldato Dimenticato di Claudio Restelli 

Prima Guerra Mondiale. Uomini, Soldati, Eroi. La tragedia dei profughi del Trentino meridionale durante la Grande Guerra.
Tratto da “Tra Profughi e Soldati durante la Prima Guerra Mondiale” di Mario Crosina” Edito dalla Cassa Rurale di Villazano – 1980

22 maggio 1915
E’ giunto il momento terribile dell’esodo. L’ordine di sgombero è arrivato poco dopo mezzogiorno e la popolazione è annientata. Per domani mattina il paese dovrà essere deserto: così durante la notte, appena si potrà, partiremo.
Quale sarà la nostra meta? Non sappiamo. Sappiamo soltanto che dobbiamo andarcene, lasciare le nostre case, le nostre cose più care, tutto quanto ci ha attorniati nel passato: lasciare tutto con il fosco presentimento di non ritornare mai più. E’ orrendo.
E la vita è così bella, intorno. Sorride in una dolce serenità azzurra e verde che contrasta ancora più crudamente con l’ombra tragica che è scesa su noi.
Ogni volto è rigato di lagrime. Gli sguardi sono lunghi e velati; le labbra serrate dall’intima disperazione che ci dilania e che non trova parola.
I monti dai quali abbiamo ardentemente sperato di veder scendere i soldati liberatori sono ora per noi muraglie ostili. Quando i nostri fratelli giungeranno non saremo più qui: questa è la tormentosa realtà.
Laggiù, sopra il Garda, una fascia di cirri è illuminata dal sole che tramonta, con una luce rosata e trasparente. La terra è tutta un fiore. Povere campagne, abbandonate proprio al tempo del loro oramai inutile rifiorire.
Gli animali, cui furono aperte le stalle, vagano in libertà per campi e per prati: brucano l’erba nuova e i teneri frumenti dai quali ci si attendeva la vita. Sono contenti per la fresca abbondanza di quel cibo che già si cominciava a misurare anche ad essi, e le loro voci si levano allegre e sonanti nel grande silenzio.
Quale sarà il nostro destino? Come e di che vivremo? Ci si concede di portare con noi un pacco di viveri e nulla più.
Questo il tenore del proclama diramato dall’i.r. Capitanato Distrettuale di Riva, datato 20 maggio 1915:
inseguito ad ordine del Comandante della fortezza di Riva si dispone l’evacuazione della Val di Ledro.
Per conseguenza l’intera popolazione civile residente nel territorio sopra fissato cioè in tutti i comuni di Tiamo di Sopra fino a Pregasina, compresa la Valle di Concei, dovrà abbandonare la sua attuale residenza e recarsi fuori del distretto politico di Riva e precisamente attenendosi al sotto indicato programma.
Eccettuati sono solo coloro, che sono tenuti a rimanere nella loro veste ufficiale o dietro ordine speciale.
L’i. e r. Comando di Fortezza si riserva di far eccezioni in casi singoli.
Sta nel proprio interesse di ciascuno di allontanarsi assieme alla famiglia volontariamente, perché tutti gli altri verranno puniti ed allontanati in via forzosa.
Il programma è il seguente:
la popolazione della valle di Ledro inferiore cioè Pregasina, Biacesa, Prè, Molina, Legòs, compresi trasporti forzosi, dovrà il 24 maggio, di mattina, abbandonare il paese e recarsi per Riva in modo da raggiungere i treni alle ore 9 ant. ed a quest’uopo raccogliersi davanti alla stazione ferroviaria mezz’ora prima della partenza.
La popolazione della valle media cioè i comuni di Mezzolago, Pieve, Locca, Enguiso, Lenzumo e Bezzecca dovrà abbandonare il paese il medesimo giorno, in modo da raggiungere i treni alle ore 1 pom. ed a questo scopo raccogliersi mezz’ora prima davanti alla stazione ferroviaria.
Rendesi noto in modo speciale, che ciascuno senz’eccezione dovrà portare seco viveri per alcuni giorni, una posata, nonché una coperta; inoltre ciascuno dovrà essere munito di idonei documenti onde constatare l’identità della persona, come per es. passaporto, libretto di lavoro, documenti d’incolato, certificato militare ecc. Si avverte inoltre, che nessuno può prender seco nella ferrovia bagaglio eccedente il peso di 10-15 Kg., altrimenti dovrebbe lasciarlo indietro tutto.
PER NON DIMENTICARE
Foto ritrae la drammatica partenza dei Civili della Val di Ledro, obbligati a lasciare le loro case senza avere nessuna certezza sul loro futuro, controllati dai Soldati dell’Esercito Austroungarico.
Si ringrazia Maria Luisa Crosina (scrittrice, relatrice e storica) figlia di Mario Crosina per la preziosa segnalazione e collaborazione e per l’autorizzazione alla pubblicazione dei tragici e toccanti racconti del padre.
IL SOLDATO DIMENTICATO. La storia di Giovanni Battista Faraldi (Leucotea Edizioni Sanremo). In tutte le Librerie e Webstore.
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(Dal Web)

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