IN TRENTINO ALTO ADIGE SI SPRECA IL DENARO DEI CITTADINI…ALLA FACCIA DI TUTTI GLI ITALIANI!
NUOVO AEROPORTO DI BOLZANO: FERMIAMOCI E RIFLETTIAMO!
PRIMA PARTE. Le grandi opere non hanno colore politico e vanno realizzate nel massimo rispetto del territorio e dei suoi “monumenti” naturali. L’imperativo è di utilizzare al meglio il denaro dei cittadini evitando sprechi e sovrapposizioni e avendo cura di attivare l’imprescindibile sinergia imprenditoriale ed economico-politica che deve mirare all’ottenimento di risultati ottimali per l’intera Comunità. Mi riferisco al previsto adeguamento dell’aeroporto di Bolzano già inserito nel piano strategico di sviluppo approvato dalla Giunta provinciale. Il tema è assai delicato anche perché coinvolge sensibilità e interessi assai diversi che alla fine dovranno comunque trovare, necessariamente, una concreta forma di accordo. Si dovranno tenere ben presente i problemi d’impatto ambientale, i costi, le peculiarità agricolo-industriali e la vocazione turistico-commerciale del territorio sotteso. Il Comitato per l’ampliamento dell’aeroporto Bolzano Dolomiti (ABD) è già attivo da qualche tempo e anche i vertici politici della Provincia Autonoma sembrano voler sostenere il rilancio di detta struttura. Nel prossimo mese di giugno è poi previsto anche un referendum popolare in merito che avrà, però, solo carattere consultivo e quindi non vincolante. Da addetto ai lavori mi permetto di proporre una riflessione. In Trentino Alto Adige esistono due realtà aeroportuali: l’aeroporto di Bolzano in zona S. Giacomo e l’aeroporto di Trento in zona Mattarello. Qual è il mio suggerimento? Le due Provincie Autonome potrebbero valutare la possibilità di costruire nella bassa atesina, fra Ora e Salorno, un nuovo aeroporto usufruibile da entrambe le Comunità, quella Altoatesina e quella Trentina. Si potrebbero così “liberare” le due attuali aree aeroportuali “pregiate” a ridosso delle città capoluogo, prevedendo per esse un utilizzo più razionale e più consono alle esigenze delle rispettive due Comunità. Fra Salorno e Ora, sarebbe così possibile costruire una pista di decollo e di atterraggio idonea anche all’utilizzo di aerei passeggeri e cargo di medie dimensioni le cui direttrici di partenza e di arrivo non sarebbero particolarmente penalizzate dagli ostacoli circostanti (montagne) e dagli insediamenti abitativi delle città di Bolzano e di Trento. La dislocazione attuale dell’aeroporto di Bolzano, ad esempio, ha un piano di rischio aeroportuale che limita notevolmente le rotte di partenza e di arrivo e gli insediamenti abitativi e produttivi a Bolzano sud. Lo stesso vale per l’aeroporto di Trento nelle vicinanze del quale, forse, potrebbe essere costruito anche il nuovo ospedale. Un solo aeroporto, opportunamente dimensionato, consentirebbe di collegare l’intera regione TAA con tutto il mondo e contribuire notevolmente alla diffusione e allo sviluppo delle eccellenze produttive dei rispettivi territori. Vogliamo formare un tavolo di esperti per analizzare e discutere gli aspetti strategici di medio e lungo termine correlati a una problematica così delicata e complessa? Se ogni campanile vuole il suo aeroporto, non andremo da nessuna parte. So di avere gettato un sasso in un alveare ma impiegare in modo proficuo e ottimale i denari dei cittadini è un imperativo che non ha colore politico.
SECONDA PARTE. Disporre di due aeroporti in Trentino Alto Adige rappresenta un palese spreco di denaro pubblico. Vista la perenne e vibrante vis dialettica e le notevoli difficoltà burocratico-procedurali che interessano la richiesta di allungamento dell’attuale pista dell’aeroporto di Bolzano, nei giorni scorsi ho voluto presentare, ai media locali, una mia riflessione. La mia proposta riguarda la valutazione dell’opportunità di costruire, nella bassa atesina, fra Ora e Salorno, un’unica realtà aeroportuale, opportunamente dimensionata, che possa rispondere alle nuove esigenze del trasporto aereo delle due Provincie di Bolzano e di Trento. Ne potrebbe nascere una nuova realtà operativa che consentirebbe l’utilizzo di aerei passeggeri e cargo anche di media capacità e che permetterebbe di destinare ad altri usi le due attuali “limitate” realtà aeroportuali poste proprio a ridosso delle periferie delle due città capoluogo. Sulla nuova realtà aeroportuale si potrebbero anche riunire e concentrare le attività di elisoccorso, antincendio e protezione civile, mantenendo ovviamente ben separate le rispettive competenze e attribuzioni di ciascuna provincia. Un aeroporto che deve garantire la sua piena operatività nelle ventiquattro ore (H24), deve poter disporre di un numero adeguato di gestori-operatori qualificati per svolgere i vari servizi aeroportuali. Il servizio da svolgere nella torre di controllo, ad esempio, ha bisogno di almeno un operatore per ogni turno di lavoro e per la copertura adeguata H24, nel corso di un intero anno, richiede la presenza in organico di almeno sei addetti (suddivisione dei turni di lavoro, attribuzione dei previsti giorni di riposo, delle ferie, degli eventuali giorni di malattia ecc.). Altro esempio. Se l’utilizzo di un mezzo antincendio, inteso a garantire la sicurezza di tutte le operazioni di volo, richiede la presenza a bordo del mezzo di tre addetti, significa che per garantire quel servizio per ventiquattro ore il giorno (H24), avremo bisogno di un organico minimo di 3×6=18 persone qualificate. Lo stesso vale per tutti gli altri servizi che un aeroporto deve garantire H24: il servizio amministrazione aeroportuale, il servizio sanitario e di pronto soccorso, il servizio di gestione dei voli (uffici operativi), il servizio di controllo del traffico aereo (ARO), il servizio informazioni aeronautiche (AIS), il servizio meteorologico, il servizio distribuzione e controllo dell’energia elettrica, il servizio di manutenzione e di controllo delle radio assistenze, il servizio rifornimento carburanti, i servizi passeggeri a terra (handling), il servizio catering, il servizio Security, il servizio Immigrazione e Dogana (Polizia e Guardia di Finanza) e altri. Ogni aeroporto, poi, deve poter disporre (H24) anche delle radioassistenze previste per l’avvicinamento e l’atterraggio degli aeromobili: il sistema ILS (consente atterraggi strumentali condotti in condizioni di bassa visibilità), il sistema VOR che fornisce agli aeromobili i dati di rilevamento e di distanza necessari per eseguire le procedure di avvicinamento e di atterraggio. Questi apparati (abbiamo qui riportato solo i più importanti) sono molto costosi, hanno bisogno della corrente elettrica e richiedono una continua e accurata azione di manutenzione. Per fare un esempio, oggi, sia l’aeroporto di Bolzano sia l’aeroporto di Trento hanno ciascuno il suo VOR: doppia spesa per l’acquisto, doppio consumo di corrente elettrica, doppio personale addetto al controllo e alla manutenzione… il tutto per un’utilizzazione ridottissima! Un’unica realtà aeroportuale consentirebbe di poter: 1) ridurre di quasi il 50% il personale impiegato nelle operazioni di gestione (sovrapporre dei doppioni e dare “lavoro” a persone che non servono, non significa creare posti di lavoro bensì costruire ulteriori punti di spreco); 2) disporre di una pista di decollo e di atterraggio più lunga e utilizzabile anche da aerei più grandi e idonei a voli di medio-lungo raggio; 3) concentrare le operazioni e ridurre di circa il 50% le spese di acquisto, di utilizzo e di gestione sia dei mezzi sia delle infrastrutture; 4) disporre di un consistente finanziamento europeo(?) da barattare anche con i nuovi pesanti progetti di adeguamento della linea ferroviaria del Brennero e con il prolungamento della Pi.Ru.Bi. Un’analisi molto più accurata della mia, potrebbe essere fatta da un qualificato comitato di esperti. Io mi sono permesso di fornire solo uno spunto di riflessione che ritengo sia sufficientemente argomentato. Si sono spesi milioni di euro in consulenze, per studiare e definire le abitudini sessuali dell’orso, ma non si è mai avuta la capacità e il coraggio di una visione strategica a largo respiro per progettare, sviluppare e costruire una qualificante infrastruttura strategica utile per tutta la Regione TAA. Si è preferito, invece, “gettare” consistenti fondi nel “buco nero” dell’aeroporto di Verona e dei quali, peraltro, sarebbe utile conoscerne anche l’esatto ammontare. Come ci hanno insegnato i nostri Nonni e i nostri Padri, sarebbe stato sufficiente utilizzare solo un po’ più di buon senso e di lungimiranza. Forse siamo ancora in tempo per recuperare la situazione.
Già comandante Alitalia