PPP DIECI BUONE RAGIONI PER NON FESTEGGIARE IL 25 APRILE.

1. È la commemorazione di un falso storico: è opinione comune che il 25 Aprile 1945 sia la liberazione d’Italia dal fascismo quando questo è terminato in realtà due anni prima (25 luglio 1943) e, giova ricordarlo, in maniera democratica con una mozione di sfiducia al governo presieduto da Mussolini da parte del Gran Consiglio del Fascismo.

2. È moralmente discutibile festeggiare la liberazione dall’occupazione tedesca. L’Italia ha iniziato la guerra al fianco della Germania e le truppe tedesche si trovavano in Italia per contrastare l’invasione angloamericana e dare manforte al nostro malandato esercito.

3. Il 25 Aprile è anche l’anniversario della Resistenza nata soltanto all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 con cui il nuovo governo Badoglio pretendeva di essere riconosciuto “alleato” (cosiddetta co-belligeranza) di quello che fino al giorno prima era stato il suo nemico. Risultato: una sanguinosa guerra civile con l’esercito spaccato in due.

4. Il 25 aprile è una festa partigiana anche sotto il profilo politico, perciò, non potrà mai essere la festa di tutti gli italiani. Le formazioni partigiane si distinguevano per orientamento politico comunista (le brigate Garibaldi), socialista (le brigate Matteotti) e del Partito d’Azione di centrosinistra (le formazioni Giustizia e Libertà). È pur vero che c’erano anche formazioni liberali, cattoliche e monarchiche, ma in percentuale erano una netta minoranza.

5. Ma il 25 aprile è soprattutto la festa dell’antifascismo. Va riconosciuto che l’antifascismo era un valore condiviso con estremo coraggio durante gli anni del regime fascista che riservava agli oppositori carcerazione e confino. Ma adesso? A 80 anni dalla fine del regime che senso ha essere antifascisti? Il fascismo è morto e sepolto e chi ne agita lo spettro lo fa per tornaconto politico continuando a dividere un popolo all’insegna dell’intramontabile “divide et impera”. 

6. Festeggiare il 25 Aprile è come rinfocolare odi o riaprire ferite, coltivare la divisione tra il popolo italiano. Ogni vero patriota dovrebbe intimamente evitare di festeggiare eventi funesti, tragici e controversi della storia italiana e metterci la fatidica pietra sopra. 

7. I veri “fascisti” del terzo millennio sono gli ANTIFASCISTI. Sono quelli che, se non ti dichiari prima “antifascista” non hai diritto di parola. Sono quelli (lo posso testimoniare personalmente) che, se prima non premetti che sei “antifascista”, non ti danno diritto di replica su un giornale nazionale. Sono gli stessi che pretendono che un militare scrittore, dopo che ha giurato solennemente fedeltà alle istituzioni democratiche, ha servito la Patria in giro per il mondo per 35 anni, durante la presentazione dei suoi libri debba esibire la certificazione di qualità ISO:9001 “antifascista”.

8. Il 25 Aprile non sarà mai una vera festa nazionale se in tutti i cortei e le manifestazioni ci sarà lo sventolio soltanto di bandiere rosse. Il fascismo o le forme di governo che si ispiravano al fascismo nel mondo non esistono più. Sono terminate con i regimi spagnoli e sudamericani, ma al contrario i regimi comunisti esistono ancora, per cui, fra le due, è sicuramente più ragionevole essere ANTICOMUNISTI.

9. La data del 25 Aprile è diventata un tormentone elettorale per la destra e la sinistra (ammesso che abbia ancora senso chiamarle tali). Ogni anno si inizia a parlare un mese prima di questa ricorrenza, la quale, cadendo in primavera, anticipa le elezioni politiche o amministrative così i partiti inscenano le solite moine: “dichiari che sei antifascista?” “se non lo dici allora sei fascista” ed è così ormai che va avanti da 80 anni..

10. Infine, un’ultima ragione valida per non festeggiare il 25 Aprile: ci hanno frantumato gli zebedei con questa ricorrenza targata antifascismo. Se vogliamo bene all’Italia e desideriamo un popolo davvero unito, dovremmo essere tutti ANTI-ANTIFASCISTI…!
(Dal Web)

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